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  Milano
Palazzo Bagatti Valsecchi
5-23 luglio 1995

L'insurrezione popolare del 24 e 25 aprile 1945 portò alla liberazione nelle principali città dell'Italia settentrionale prima dell'arrivo degli eserciti alleati. La vicenda della Resistenza italiana trovava così il coronamento della sua lotta contro le forze tedesche di occupazione.

Quale può essere oggi, a cinquant'anni di distanza, l'eredità della Resistenza? Dopo anni in cui gli intenti celebrativi hanno prevalso a volte sulla imparzialità dei giudizi, in un momento come quello attuale che può assumere nei suoi confronti un atteggiamento distante e talvolta disinteressato, appare importante recuperare i suoi veri valori e trasferirli, per quanto è possibile, nel nostro presente e nel nostro futuro.
Prima di tutto essa mirò a collegare il nostro paese con le nazioni più progredite e civili, rappresentando in tal modo la premessa di una futura integrazione dei popoli. Di qui dovrebbe venirci la tensione a ricercare forme sempre più intense di collaborazione internazionale e a perseguire la pace attraverso il superamento delle posizioni di vecchio nazionalismo, della diffidenza e dell'odio razziale che impediscono i processi di incontro e di comprensione reciproca. La Resistenza fu anche un impegno solidale di forze politiche diverse, ispirate a differenti ideologie. Ciò nonostante le sue diverse componenti seppero superare le divergenze in nome di un comune obiettivo. Può trovarsi in accordo con essa chi sa guardare a ciò che unisce piuttosto che a ciò che divide e chi intende il rapporto tra schieramenti politici contrapposti come dialettica costruttiva tesa verso un bene comune.

Luigi Corbani
Assessore alla Cultura della Regione Lombardia