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    Un 
      museo storico per conoscere e per amare 
       Un'esigenza civile e politica e un grande amore per l'arte sono all'origine di questa collezione. La prima consiste nel bisogno di ripensare il fenomeno storico della Resistenza a cinquant'anni dalla sua conclusione: senza intenti celebratori o denigratori, ma per intendere meglio un momento delicato e drammatico della nostra storia recente e, meglio intendendo, per fondare, sul sincero esercizio della conoscenza, anche una più libera e civile convivenza. La seconda esigenza è stata quella di affidare il ripensamento 
        non alla competenza professionale e al giudizio degli storici, ma alla 
        sensibilità e alla capacità espressiva di artisti tra i 
        più rappresentativi di tutte le correnti dell'arte italiana contemporanea. 
        Non solo di artisti che avessero diretta esperienza o memoria dei fatti 
        della Resistenza, e che di questa potessero valutare esiti e conseguenze 
        alla luce del mezzo secolo trascorso; ma anche di più giovani, 
        che avessero di essa elaborato un'opinione su testimonianze indirette 
        e su documenti esterni. La raccolta offre un panorama complesso e variegato 
        di sentimenti, valutazioni e posizioni, capaci di alimentare la memoria, 
        sollecitare l'interesse, consigliare prudenza al giudizio. I centoquattro 
        artisti che hanno donato la loro opera renderanno perenne testimonianza 
        del loro sentire e di un evento storico cruciale dinanzi alle nuove generazioni. Questa raccolta, nata dalla duplice esigenza, civile ed artistica, del suo ideatore, il prof. Carmine Iandoli, trova ora dimora definitiva nel contesto di un museo storico in corso di allestimento, di cui costituisce una sezione permanente. Il museo storico del Castello della Rancia di Tolentino nasce, in una Provincia e in una Regione che ne sono ancora privi, anzitutto come segno di onore nei confronti della terra di cui narra gli eventi, come documento di civiltà e infine come strumento di educazione. L'onore che i cittadini rendono alla propria terra, conservando e coltivando la memoria degli uomini e delle gesta che ne hanno costruito la storia, è anzitutto onore che rendono a se stessi, in quanto siano divenuti consapevoli di sé, della propria identità e del proprio ruolo. Rendere onore a se stessi significa riconoscersi il diritto e la dignità di esistere, con i caratteri propri e specifici ricevuti dalla storia. Questa è la prima e fondamentale esigenza di un popolo: avere chiara consapevolezza della propria identità, coltivarla e amarla. Questa esigenza è tanto più urgente in una regione nella quale le diversità sono profonde e attive. La costituzione di un museo storico, che documenti in modo rigoroso ma 
        efficace l'evoluzione civile di un intero territorio, dalle origini ai 
        nostri giorni, risponde anzitutto a questa esigenza. Risponde anche al 
        dovere di educazione e formazione delle coscienze giovanili, che una società 
        responsabile deve sentire come primo e fondamentale. Risponde infine all'esigenza 
        di accogliere e informare visitatori e turisti, divenendo la porta di 
        accesso all'intero patrimonio storico-culturale. Da qui il visitatore 
        potrà gettare uno sguardo d'insieme sul passato, sul presente e 
        anche sull'immediato futuro di questa terra e potrà consapevolmente 
        decidere dove e come indirizzare i suoi passi. L'inaugurazione della raccolta "Memorie" costituisce dunque anche l'avvio ufficiale del Museo storico del Castello della Rancia. Ai centoquattro artisti che propiziano in tal modo la nascita del Museo e a quanti hanno reso possibile la raccolta e la sua attuale sistemazione, la più viva gratitudine. Prof. Filippo Mignini  | 
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