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       Le opere viste in Sala Alabardieri Mondo Padano 
        - anno XV, n. 17, 1 maggio 1995 
 Sul piano strettamente artistico, è necessario chiarire che non 
        tutte le formelle appaiono ugualmente convincenti per qualità di 
        discorso; alcuni autori si mostrano, invece, fortemente motivati e risolvono 
        in chiave simbolica la tematica proposta in maniera non retorica né 
        casuale: come I. Antico e la sua sottile figura in filo spinato, o l'ironico 
        "Redesign" di D. Boriani, o l'esplicita metafora di E. Calabria 
        con "II bianco sconfigge il nero" o, nella sua drammaticità, 
        l'opera di N. Canuti. Di grande realismo espressivo è la proposta 
        di Bruno Caruso, assai vigorosa anche la terracotta maiolicata di A. Caminati, 
        dai risvolti goyeschi. Fedele al proprio linguaggio ma assai ben risolta formalmente è 
        la realizzazione di Floriano Bodini; anche Zigaina si esprime con incisiva 
        drammaticità grazie alla forza dei colori fondamentali: il bianco, 
        il rosso, il nero. Alik Cavaliere offre un festoso "Omaggio a Magritte", 
        secondo una moda oggi invalsa, Ossola riesce a storicizzare anche il più 
        luminoso dei paesaggi. Tragico ammonimento viene dall'opera di G. Rinaldi, 
        così come è memoria perenne il collage-testimonianza di 
        Aligi Sassu. Se A. Repossi sembra librare nello spazio lo spirito stesso dell'uomo in lievi e chiare sagome, la forza corrosiva e magmatica della "Montagna" del Valentini coglie la stessa volontà di affermazione. È lo stesso convincimento che esprimono Baratella nel suo "Resistete pure" e A. Paradiso in "Volo". Ansia di liberazione che diviene festa dello spirito e unanimità di forze fa da tema a U. Mastroianni per "Riscossa". Molti altri autori trovano nella bandiera la forma-simbolo cui riferirsi, anche perché suggerita dal modulo stesso della formella: Marzulli la fa sventolare in un mare di stelle, Tadini la pone in vetta ad una delle sue case-simbolo, Stefanoni la presenta, come Izumi, vestendola con patriottici accenti, per terminare con il felice sventolio-gioco di Carlo Pescatori. Alcuni esemplari plastici denotano libertà tecnico inventiva (Geronazzo, Somaini, Spagnulo, Sangregorio Reggiani, Pusceddu...), altri evidenziano una forma plastico-espressiva più tradizionale, con accenti astratti (de Carvalho, Habiche, Cascella...). L'intera rassegna è contrappuntata da alcune delle pagine più significative che poeti italiani hanno dedicato a quei momenti di lotta, di paura, di dolore, di speranza. Tiziana Cordani  | 
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